Cozze alla diossina a Taranto
E' notizia recente il sequestro di 12 tonnellate di cozze a Taranto perché sono state rilevate tracce di diossina. Non deve spaventare la quantità, 12 tonnellate sono si e no sufficienti per un fine settimana di 3 tarantini veraci (*), quello che preoccupa è che il problema potrebbe essere sistemico.
Le cozze vengono coltivate nel Mar Piccolo, un mare relativamente chiuso ed è una delle ragioni della bontà della cozza tarantina. Se si dovesse scoprire che l'inquinamento è tale e così esteso da richiedere lo spostamento delle coltivazioni, si correrebbe il rischio di vedere modificata, nella migliore delle ipotesi se non proprio distrutta, parte dell'economia tarantina ed una delle poche unicità della sua tradizione.
Nella città, vado a memoria, che ha visto uno dei peggiori casi di mobbing a livello europeo, che ha visto il primo caso italiano di abbattimento di bestiame con correlazione diretta con l'inquinamento, nella città dove il sindaco da anni vieta in maniera cautelativa ai bambini di giocare nei parchi pubblici dei quartieri vicini alla zona industriale, quest'altra mazzata non ci voleva.
Inutile chiedersi se si poteva evitare. Oppure possiamo chiedercelo e, magari, riuscire a fare qualcosa?
(*) Figura retorica chiamata iperbole.
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