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Ipotesi per limitare il lavoro precario

Il mondo del lavoro è un marasma. Se fino a qualche tempo fa c'era la possibilità che il problema fosse solo entrare in questo strano mondo, ora è un problema l'uscita tra licenziamenti più o meno facili da una parte e tempi di pensionamento abnormi dall'altra.

Vorrei in questo post concentrarmi sui contratti di chi si affaccia al mondo del lavoro.

Nel mondo ideale per un ragazzo senza esperienza funzionerebbe più o meno così:

  1. primo contratto di apprendistato, durata circa due o tre anni in dipendenza del tipo di contratto
  2. finito il contratto si passa ad un contratto a tempo determinato o direttamente indeterminato
  3. contratto a tempo indeterminato

Nella realtà invece lo scenario è ben diverso, più simile al seguente:

  1. primo contratto a progetto
  2. secondo contratto a progetto
  3. apprendistato
  4. contratto a tempo determinato
  5. pausa
  6. contratto a tempo determinato
  7. contratto a tempo indeterminato

Ovviamente in uno qualsiai dei suddetti punti può determinarsi l'interruzione del rapporto di lavoro o mettersi in mezzo un altro contratto a progetto.

Da un lato capisco che le aziende possono avere un momento di espansione seguito da un altro opposto e non possono poi permettersi "troppi" dipendenti, altrimenti poi fallisce e a casa ci vanno tutti.
Dall'altro però, secondo me non deve diventare una scusa per precarizzare la vita dei giovani.

Una possibile soluzione potrebbe essere l'impossibilità di utilizzare contratti di apprendistato dopo contratti a progetto di durata adeguata, per esempio di sei/dodici mesi.
L'apprendistato serve per imparare, se c'è stato un rapporto di lavoro di qualsiasi tipo precedente il periodo di apprendimento si dovrebbe ritenere concluso. D'altronde rinnovare una collaborazione implica che c'è stato apprezzamento del lavoro svolto.

Allo stesso modo, se uno ha lavorato in una ditta con qualsiasi tipologia di contratto temporaneo, si dovrebbe, per le stesse ragioni, azzerare il periodo di prova quando si viene assunti nella stessa ditta.

Sempre sul contratto di apprendistato: la legge fissa comunque a 29 anni il limite massimo per applicarlo.
Ci può stare, però lo renderei applicabile solo entro 4 anni dall'ultimo titolo di studio conseguito. Per esempio il diplomato a 19 anni non può avere un contratto di apprendistato che superi i suoi 23 anni.
Il razionale che seguo è che non si deve essere costretti a 10 anni di lavori senza contributi o sottopagati.

Non so se possono esserci altri elementi che potrei considerare. L'idea di base è utilizzare il contratto di apprendistato per quello che è: per apprendere. Se la preparazione o l'esperienza è adeguata non si dovrebbe usare.
In questo secondo me ci dovrebbero essere vincoli più stretti da parte dello Stato che non siano solo formali.

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