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Elezioni non vuol dire democrazia

Si fa un gran parlare di Governi eletti col voto degli italiani, di ribaltoni impossibili perché le elezioni hanno decretato un vincitore e bla bla bla come se vincere le elezioni fosse vincere un campionato di calcio e che, una volta al potere, tutto fosse concesso da quel singolo voto.

La principale questione è quella per cui si confonde il voto con la democrazia.
La nostra è una democrazia rappresentativa: col voto noi scegliamo chi va in Parlamento a legiferare, cioè letteralmente a "fare le leggi" che governano il nostro vivere civile.

Innanzitutto con la presente legge elettorale noi non eleggiamo più direttamente i nostri rappresentanti, ma lo fanno i partiti per noi. Già questo basterebbe a far tacere chi si riempie la bocca con parole tipo "voto" e "democrazia", però siamo nel Paese dove tutto è possibile e quindi nessuno osa dire la verità: il Governo non lo elegge il popolo, ma il Parlamento così come il Capo dello Stato dà mandato al Presidente del Consiglio per formare un Governo che deve ottenere la fiducia di entrambe le Camere per poter esercitare il suo potere.

Torniamo però alla supposta equazione elezioni = democrazia.

Un Paese civile ha come forma di espressione della volontà popolare le elezioni e i referendum. Queste due forme non sono le uniche perché esistono anche le manifestazioni, gli scioperi, ecc, ma queste sono quelle sancite a regolare anche l'attività parlamentare, il che non è poco.

Ragionando per assurdo però lo stesso Paese civile, attraverso un referendum, potrebbe permettere l'instaurazione della dittatura. Il voto, espressione della libertà di scelta, potrebbe quindi portare per paradosso alla mancanza della stessa.

Se un popolo intero decidesse di muoversi in questo senso qualcuno potrebbe essere indotto a pensare che "se lo vogliono loro...", che "la massima espressione della libertà è potervi rinunciare" o chissà che, ma non c'è nulla di più sbagliato.

Un Paese democratico deve avere in sè anche le regole per non regredire in una forma non democratica.

La questione è semplice: la scelta di oggi non deve limitare la libertà di domani sia dell'individuo che ha operato la scelta, sia delle generazioni a seguire.
E scusate se è poco!

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